Riparazione e sostituzione Mac - Ufficio Informatico
Ciao,
la mia pratica Cactus è stata il cambio del computer di una docente.
Intanto era un vecchio mac . L'avevamo già preso in carico qualche volta ed avevo avvertito la docente che era diventato ormai obsoleto. All'ultimo aggiornamento in extremis le avevo detto che non ce ne sarebbe stato un altro perché Apple non assicurava più il supporto. Lei mi ha detto che l'avrebbe cambiato quanto prima. Che doveva vedere i fondi. Che è sempre in giro. Che i convegni, la famiglia. Ok. Intanto mi scriveva che non poteva più prenotare neanche i biglietti perché non navigava neanche più il sito di Trenitalia. Ed io: "La soluzione è solo una: cambiarlo". Lei: "Alla prossima call". Passa la call e non si fa viva. Puntuale il computer smette di funzionare prima. Di conseguenza fa il giro delle sette chiese ed apriamo una call solo per lei. Così il cactus mio diventa anche quello di altri.
Quindi chiedo come vuole il computer. Lei: "Uno che funziona". Io: "Ma Prof. noi diamo solo computer che funzionano altrimenti meriteremo il licenziamento". Una settimana a inseguirla per capire le esigenze. Nel frattempo mi dice che, però, ci sono altri fantomatici colleghi informatici di Palermo che le assicurano altri due anni di vita del computer. Io le assicuro che non è così. Spendo due ore per cercare le specifiche tecniche di Apple che spiegano quando smetteranno di dare aggiornamenti. Intanto si scopre che questi colleghi di Palermo non sono dell'università, ma sono una ditta di Palermo alla quale ogni tanto portava un computer nostro comprato da Unibo in deroga a qualsiasi prassi in termini di manutenzione. Uso un'altra settimana per convincerla. La call si fa.
Il prezzo è alto. Chiede se si può risparmiare. Rispondo di no, perché è la politica di Apple. Mi risponde che ce l'ho con Apple. Io rispondo che non ce l'ho con Apple ma se un computer può fare le stesse cose costando di meno preferiremo prendere quello che costa di meno. Mi risponde che lei sa usare solo Apple. Alzo le mani di nuovo. E passa un'altra settimana
Ordiniamo finalmente. Arriva. E' un buon computer. Nessun dubbio. Lo preparo e passano altre due settimane prima che venga a prenderlo. Insomma tutta questa fretta non c'era. Ma il calvario non è ancora finito. Bisogna portare tutti i dati dal vecchio al nuovo. Per averlo anche solo qualche ora per organizzare il back up sembra di chiedere una fidejussione su conto berbero con contratto in aramaico. Insomma questo vecchio mac quasi in coma sembra inavvicinabile. Alla fine si convince perché non so che altro computer può usare. Chiedeva un computer di cortesia ma le ho fatto sapere che di Mac di cortesia non ne avevamo. Ci metto tre giorni a fare il backup. Ogni volta c'era un problema diverso e soprattutto la verifica falliva tutte le volte. Quando finalmente riesco a fare un recupero dati sicuro lo trasferisco sul computer nuovo ed ormai siamo quasi all'ultimo stadio.
Il nuovo stadio è lei che si lamenta dell'interfaccia che non conosce. Ed io: "Per forza è più moderno di 10 anni". Poi teams che non va. Che non vuole tenere accesso e le insegno come attivarlo alla bisogna. Ma l'apoteosi è che le attivo il backup automatico. Le faccio vedere come condividere i dati tra il computer fisso ed il nuovo mac. Dura solo una settimana a mi chiama allarmata con qualsiasi mezzo (ho fatto l'errore di aver lasciato anche il mio cellulare privato) per dirmi che non lo vuole che se no "Unibo mi spia... io ho i miei dati personali... questo è il grande fratello.. voglio farci quello che voglio". Io le chiarisco a grandi linee come funziona la nostra GDPR. E che no non c'è nessuno che spia. Che tutti i dati sono personali e soprattutto non sono solo quelli suoi. Basterebbe solo pensare quegli degli studenti. Tira e molla per sue giorni e poi le stacco il backup notificandole che è a suo rischio e pericolo se perde il portatile o lo danneggia a tal punto da non poter più accedere al suo hard disk. Mi ringrazia e da quando era cominciato tutto sono passati tre mesi.