Prestito infinito - Biblioteca Mario Gattullo

Il caso che intendiamo presentare riguarda il rapporto di poca correttezza di una nostra studentessa che in tutti i modi ha cercato di sfruttare gli spazi vuoti di alcune maglie dei Regolamenti (quello generale del prestito di Polo e quello specifico della nostra Biblioteca) per ricavarsi dei vantaggi a scapito di altri studenti, riguardo la durata del prestito e il numero di prestiti dei testi d’esame.
Per cui, in partenza, nulla di “illegale”, ma sicuramente una scorrettezza sotto il profilo etico, anche in riferimento al nostro Codice Etico d’Ateno.
Data la complessità dei piani che la questione andava a intersecare (almeno quello pratico operativo della gestione del prestito al front-office e quello istituzionale legato alle interpretazioni e ai possibili emendamenti ai regolamenti) questa per noi è stata una pratica lunga e particolarmente “cactus” da risolvere.
Ma entriamo nel merito. Una studentessa di uno dei nostri corsi di laurea, non proprio di primo pelo, per altro già insegnante in una scuola e neo mamma, ha pensato bene di garantirsi un elevato numero di prestiti e soprattutto una durata del tutto eccezionale del prestito sfruttando le possibilità di prenotazione dei testi d’esame da parte di praticamente tutta la sua famiglia, padre, madre, marito e persino figlia neonata.
In buona sostanza, dal momento che le regole del prestito di Polo permettono che anche i singoli cittadini della Città Metropolitana possano prendere in prestito i volumi delle Biblioteche dell’Università, detti cittadini hanno accesso a tutti i servizi online del nostro opac riguardo a richieste di prestito, prenotazioni, proroghe dei volumi.
Certamente le biblioteche dell’Ateneo possono limitare tale possibilità solo ad alcune categorie specifiche di utenti (ovvero escluderne altre), purché vi siano delle motivazioni fondate. Per esempio, appunto, il prestito dei testi d’esame a tutti coloro che non sono studenti universitari, o comunque non legati da un rapporto istituzionale con UNIBO.
La nostra Biblioteca non ha mai adottato questa linea proprio a causa della natura composita della nostra utenza. Maestri, formatori, educatori, studenti del Liceo delle scienze umane, spesso chiedono in prestito nostri volumi, e a fronte di comportamenti solitamente corretti, mai abbiamo limitato la possibilità di prestito dei testi d’esame a tali categorie non immediatamente riconducibili all’Ateneo.
La studentessa in questione, che chiameremo Callida Mater Deterrida, prenotava un testo d’esame in prestito ad altro utente a suo nome e poi a seguire, con l’account dei congiunti, prenotava lo stesso testo per il padre, la madre, il marito, la figlioletta, come già detto.
Naturalmente il volume in questione una volta entrato in suo possesso veniva trattenuto per la durata del prestito (30 giorni) di ciascuno dei prenotati.
Callida doveva solo fare la fatica ogni volta di passare per tempo in Biblioteca, riconsegnare solo nominalmente il libro e riprenderlo (sempre lei) a nome del prenotato successivo.
Quindi, poteva arrivare a tenere “legalmente” un volume anche 5 mesi (senza contare eventuali possibilità di proroga). Va detto che la riconsegna e il ritiro per altri viene fatto sub delega scritta corredata
di fotocopia del documento di identità del delegante, cosa che Callida, aveva ben presente e naturalmente da questo punto di vista era inattaccabile perché disponeva di tutta la documentazione necessaria. Anche per questo istituto le regole non sono sempre uniformi in Ateneo, ma generalmente con la gestione del prestito durante l’emergenza Covid tutte le biblioteche hanno iniziato ad accettare la delega.
Naturalmente, nel giro di poco il personale della Biblioteca si è reso conto di questo modo di procedere e la cosa è stata fatta notare. In tutta risposta la nostra Callida Mater ha semplicemente affermato che lei si stava limitando ad applicare qualcosa che era consentito e dunque non avevamo motivo di riprenderla in alcun modo.
Qui si sono anche verificati casi connotati da una certa comicità. Come la volta in cui per l’ennesima volta e dietro delega la nostra Callida ha ritirato un testo d’esame (Manuale di psicopatologia dell’età evolutiva) prenotato a nome della figlioletta. Un collega, fatto notare l’ennesimo atto di furbizia, si è sentito rispondere da Callida che “poi noi come facevamo a sapere che il volume non sarebbe stato letto dalla persona delegante”.
In quel caso è stato facile rispondere con una certa prontezza di spirito che certamente tutto si poteva sostenere tranne che la figlioletta di pochi mesi fosse in grado di leggere il Manuale di psicopatologia.
In quell’occasione – l’unica – Callida è rimasta interdetta e non è riuscita a uscire serena col suo bel manuale in mano.
C’è da dire che a Callida nel tempo qualche scrupolo è poi venuto. Nel senso che si affacciava in Biblioteca controllando da fuori che al banco prestito non ci fosse il personale strutturato e men che mai il Responsabile della Biblioteca (che proprio per questo non ha mai avuto l’enorme piacere di vedere in volto Callida e di profferirle parola).
Fin qui le malefatte perfettamente legali.
Da qui in avanti le contromisure (pungenti per noi) che si è stati costretti a prendere.
Per prima cosa abbiamo informato il direttore prof. Fabbri di quanto stava accadendo.
Abbiamo sentito il dott. Piccini per l’inquadramento sotto il profilo anche di eventuali rilievi di tipo disciplinare e didattico. Purtroppo la nostra Callida era ben conosciuta anche dal dott. Piccini per altre
vicende legate, mi pare, al tutorato e per il riconoscimento di crediti OFA.
Abbiamo avviato una prolungata interlocuzione con l’Ufficio Legale dell’Ateneo per una verifica dell’istituto della delega e per la valutazione di quelli che l’Ufficio Legale ha definito “atti emulativi” da parte della studentessa tesi a danneggiare altri studenti. Nonché per la violazione del Codice Etico.
Abbiamo dovuto avviare una riflessione in ambito SBA sulla rimodulazione del tipo di servizi sui generis (ovvero generalmente più estensivi rispetto ad altre biblioteche) erogati dalla nostra struttura.
Nel frattempo la nostra Callida continuava nel suo modus operandi, anche se con una minor spregiudicatezza e avvertendo che qualcosa attorno a lei si stava muovendo.
La vicenda ha avuto conclusione con un provvedimento strutturale che ha richiesto un numero di passaggi non banali.
Sentiti gli uffici competenti della sede centrale è stato mantenuto l’istituto della delega, ma si è proceduto ad una proposta di modifica del Regolamento dei Servizi di Biblioteca relativo alla nostra struttura.
Per cui espletato il passaggio di approvazione da parte del Comitato Scientifico, le modifiche regolamentari sono state sottoposte all’approvazione del Consiglio di Dipartimento e approvate nella seduta del 24.01.2024.
Il Regolamento è stato pubblicato e trasmesso allo SBA.
Il nuovo Regolamento della Biblioteca Gattullo prevede l’esclusione degli utenti di Polo (in pratica chi non ha un rapporto istituzionale con l’Ateneo di Bologna) dal servizio di prestito dei testi d’esame, dai servizi di ILL e DD e di norma dall’accesso alle collezioni di materiale pregiato e d’archivio.
La nostra Callida si è dovuta arrendere alle nuove regole che ora rendono pienamente “illegale”, oltre che immorale (e già lo era) il suo comportamento furbesco.
Grazie!
Lo staff della Biblioteca