Impatto sul territorio
Dimensioni qualificanti l'impatto in ambito socio-educativo nl periodo 2015-2019
Impatto reale e potenziale
Le attività in TM in ambito socioeducativo operano in contesti ad “alta complessità socioculturale” rispetto ai quali l’impatto è rilevabile su due dimensioni prospettiche qualificanti: quella relativa all’impatto reale e quella relativa all’impatto potenziale.
Gli interventi in ambito socioeducativo sul territorio, infatti, rivolti all’empowerment individuale avviano processi “lungo tutta la vita”, così come per quelli di “sviluppo di comunità” le cui più ampie ricadute su contesti complessi possono/debbono essere rilevabili su tempi di media-lunga durata.
In questo senso appare importante definire e sviluppare (attraverso indicatori specifici) la nozione di “impatto potenziale” intesa come analisi quantitativa e qualitativa ad ampio spettro analoga a quella che si sta mettendo a fuoco per analisi eco-sistemiche di ambito ambientale basate sull’analisi di un processo olistico e ricorsivo non unilineare.
Gli interventi socioeducativi del presente caso studio hanno avuto un ambito territoriale di impatto a diversi livelli:
- locale (quartieri, istituti comprensivi, comuni, territorio metropolitano)
- regionale (regione Emilia-Romagna ma anche altre regioni) con ricadute a livello nazionale e internazionale.
Il cambiamento sociale ed educativo: per una valutazione di impatto “multilivello”
Volendo cogliere la dimensione processuale e di cambiamento socio-educativo di media-lunga come “valore aggiunto” per individui e comunità territoriali, l’impatto reale è da considerare come un processo che si dipana a diversi livelli (impatto multilivello).
Un primo livello di impatto (micro) riguarda gli interlocutori e beneficiari diretti delle azioni di ricerca (operatori dei servizi, educatori, insegnanti, cittadinanza, ecc.).
Un secondo livello d’impatto (meso) riguarda le istituzioni (stakeholder o partner del progetto), le associazioni, le reti di servizio ecc. e/o le reti di istituzioni/servizi/associazioni coinvolte; tale impatto è rilevabile, ad esempio, considerando il tradursi degli esiti delle azioni di ricerca in modelli processuali e “buone prassi” che permettono di definire l’impatto sul piano della sostenibilità (permanenza nel territorio) o di trasferibilità (evento, buona prassi) in altri territori.
Un terzo livello (macro) riguarda gli interventi volti a promuovere/sollecitare/incidere su politiche regionali, nazionali o europee (realizzazione di documenti di statement/recommandation rivolti a policy maker; documenti di “modellizzazione” di nuovi servizi e di pratiche organizzative e/o socioeducative innovative sul piano istituzionale).
Infine, un particolare valore di impatto assumono quelle attività finalizzate alla valutazione dell’efficacia di programmi/modelli di intervento attuati sul territorio (regionale e comunale) nell’ambito della prevenzione del disagio adolescenziale, della povertà educativa e degli interventi residenziali di comunità, in partnership con enti e servizi pubblici (regione, comuni, Asl) e del privato sociale (cooperative, associazioni). Si tratta, in particolare, di valutazioni formative organizzate nella forma della ricerca-intervento partecipata, finalizzate ad aumentare la capacità degli stakeholder di costruire sistemi condivisi e coerenti di valutazione dei programmi in cui operano e ad utilizzare gli esiti di tali valutazioni per svilupparli o modificarli.