Il confine è una linea che demarca un limite, una barriera che chiude lo sguardo alla conoscenza, un muro che impedisce il passaggio che costringe la libertà. Ma è anche fissità cognitiva, blocco emotivo ed empatico che ci impedisce di vedere oltre l’orizzonte, di superare tutti gli “ego/etnocentricismi”, alimentati dalle stereotipie e dai pregiudizio, fonte di scelta di discriminazione, aggressione e distruzione.
Come terreno di scambio e di mediazione nel quale scoprire qualcosa di sé, dell’altro e del mondo, nella terra di confine si può sostare e la si può attraversare, per poi tornare sui propri passi o rimanere al di là, in ogni caso con nuove conoscenze, rinnovati pensieri e punti di vista divergenti.